Afta epizootica

L’afta epizootica è una malattia virale che colpisce i ruminanti domestici, nonché la specie porcina: buoi, zebù, bufali, capre, pecore, cammelli, bisonti, cervi, suini e cinghiali. Solo eccezionalmente la malattia può trasmettersi al cavallo, mentre può invece colpire l'uomo.
Malattia infettiva altamente contagiosa dei ruminanti e suini; prende il nome dalle lesioni ulcerose che lascia in bocca e nelle estremità distali degli arti degli animali colpiti. Malattia del piede e della bocca.
L'afta fu la prima malattia in assoluto per la quale fu riconosciuta l'eziologia virale. Il virus dell'afta è stato classificato nel genere Aphtovirus, famiglia delle Picornaviridae: si tratta di un virus di piccolissime dimensioni (27-30 nm), caratteristiche che ne giustificano la resistenza alle alte temperature. Sono conosciuti sette sierotipi virali (O, A, C, SAT 1, 2 e 3 ed Asia) tra i quali non esiste reattività crociata (e quindi neanche immunità in caso di reinfezione o di vaccinazione).
Il virus è contenuto nelle secrezioni respiratorie, nel liquido delle secrezioni genitali e nelle placente degli aborti. Nel latte il virus raggiunge concentrazioni altissime in virtù della replicazione a livello di alveoli mammari quindi può essere un veicolo d'infezione molto efficiente, le carni non sottoposte a frollatura sono altresì una modalità di trasporto del virus ragione per cui alcuni paesi importano solo carni disossate (quindi precedentemente frollate).
L'infezione avviene per via respiratoria od attraverso il contatto diretto tra animali od il contatto con materiale contaminato (attrezzature, lettiera, mangimi, ecc.); l'esportazione clandestina di prodotti carnei e di animali è una delle vie più comuni di introduzione della malattia in territori precedentemente indenni. Anche uomini ed automezzi possono trasportare il virus a distanza.
Una volta introdotta in un gruppo di animali, la malattia si diffonde rapidamente. Il periodo d'incubazione è di 6 giorni. Inizialmente si ha febbre oltre 40 °C e un drastico calo della montata lattea nelle femmine in lattazione, e dopo circa 24 ore la comparsa di lesioni vescicolose in bocca e sull'inserzione dell'unghione.
E’ previsto l'obbligo di denuncia al sindaco del comune dove il focolaio o il sospetto focolaio è avvenuto è imposto l'abbattimento di tutti i capi dell'allevamento e l'incenerimento completo delle carcasse.

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