Colpo della strega

Il disturbo in genere non lascia esiti, si risolve spontaneamente con il riposo e un adeguato trattamento sintomatico. Comunque deve essere gestito correttamente per evitare che il dolore e la temporanea disabilità persiste più a lungo del necessario.
Di norma non esistono condizioni patologiche acute o croniche alla base di un attacco occasionale. Nonostante il dolore è molto intenso, l’evento non provoca danni specifici ai muscoli paravertebrali, né alla salute in generale. Non vi è alcun rischio di danneggiare i dischi intervertebrali o i nervi circostanti. Tutto è limitato all’insorgenza di una forte contrattura muscolare locale.
Tuttavia, quando gli episodi si ripetono più volte nel corso dell’anno, in concomitanza con una particolare attività, stress muscolare o altre circostanze diverse, è importante rivolgersi all’ortopedico per evitare il ripetersi del problema.
Le persone più a rischio sono quelle con muscoli lombari poco elastici e non tonici per scarso allenamento, vita sedentaria e posture non fisiologiche. Oppure, persone che sono stressate dai lavori pesanti o da esercizi fisici per cui non si è allenati, soprattutto se svolti in ambienti freddi.
Sebbene il disturbo si può manifestare in qualsiasi momento della vita, a essere colpite più spesso dal colpo della strega sono le persone sopra i 35-40 anni., età per la quale i muscoli e le articolazioni cominciano a invecchiare.
Un ulteriore fattore di rischio è il sovrappeso.
Un’alimentazione adeguata e una dieta ipocalorica possono aiutare a prevenire il disturbo.
Nelle ore successive, ad un attacco, muovere la schiena diventa un problema, sia per la rigidità causata dalla forte contrattura muscolare, sia perché ogni minimo movimento provoca dolori.
E’ assolutamente sconsigliato tentare di muoversi
Ribellarsi alla limitazione funzionale è del tutto inutile, si rischia solo di peggiorare la situazione.
La prima raccomandazione per evitare di soffrire troppo è favorire il riposare a letto, nella posizione che provoca meno dolore e che in genere corrisponde a quella in cui si è rimasti bloccati. Anche seduti è una posizione che da meno problemi. Prima di riprendere i movimenti, è opportuno attendere almeno 12-24 ore, che normalmente sono sufficienti per ottenere un primo miglioramento dei sintomi.
Prolungare più a lungo l’immobilizzazione, anche se in posizioni adeguate, non è utile perché, superata l’immediata fase acuta, i muscoli riescono a recuperare più efficacemente la loro funzionalità se vengono utilizzati.
La terapia consigliata è l’uso degli analgesici e antinfiammatori, nella necessità di assumere questi farmaci per un periodo prolungato, è utile la supervisione di un medico.

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