Quando parliamo di epatite, ci riferiamo in particolare alle infezioni di tipo virale, trascurando per il momento le infezioni batteriche del tessuto epatico perché più facile da curare. I virus che possono danneggiare il fegato sono: virus epatite A, virus epatite B, virus epatite C e virus epatite D. Tutti questi virus quando infettano l’uomo vanno a colonizzare il fegato provocando un disordine del tessuto epatico. Questo organo perde la forma, la funzione ed i rapporti con gli organi vicini come le arterie, vene e capillari provocandogli l’impossibilità di trasportare il sangue dall’intestino al circolo ematico. Così il fegato non può svolgere il compito di filtraggio e depurazione. Un’altra funzione che perde è quella di concentrare nella colecisti la bile e il successivo svuotamento di essa nell’intestino tenue. La bile è una piccola molecola, chiamata EME, parte non degradabile dell’emoglobina che si recupera dalla distruzione dei globuli rossi. La bilirubina è una sostanza che si scioglie nei grassi, emulsionandoli, e rendendone possibile l’assunzione. La bile, così prodotta, in eccesso si accumula nel sottocute del derma e delle mucose, dando, alla pelle e alle mucose la caratteristica colorazione giallastra (ittero).
Il virus A segue il ciclo oro-fecale con incubazione di 2 3 settimane. In genere guarisce spontaneamente. Lo troviamo nelle verdure non ben lavate e nei nitidi crudi.
Il virus B, C e D si trasmettono direttamente con il contagio del sangue infetto.
Il B ha una incubazione da uno a sei mesi.
Il C e D da un mese a tre mesi, i più difficili da debellare.